L’elemento che ha caratterizzato le giornate del Campus invernale destando
grande interesse in tutti i partecipanti è stato il ghiaccio, vero e proprio
tratto caratteristico dell’inverno: il ghiaccio che si forma nei secchi del
pascolo degli asini, il ghiaccio delle pozzanghere ma soprattutto il ghiaccio
dell’area umida del Parco del Rio Vallone. Questo piccolo specchio d’acqua accanto
al sentiero che porta a Busnago, è una delle mete preferite per le nostre
escursioni. In primavera lo vediamo fiorire, seguiamo la storia delle uova di
rana e di rospo, la nascita e la crescita dei girini, osserviamo le libellule
roteare a gran velocità e sopportiamo la gran quantità di zanzare che lo popola
d’estate. Durante l’inverno lo stagno diventa una lastra di ghiaccio all’interno della quale
rimangono cristallizzate foglie, sassi e piante che compongono sculture naturali
come sospese nel tempo, attimi intrappolati in questa dimensione di
atemporalità. La trasformazione della materia da liquida a solida rappresenta
un fenomeno molto affascinante per i bambini (e non solo per loro) che, affiancati dagli educatori, amano spingersi sulla superficie ghiacciata a
sperimentarne la tenuta in relazione al proprio corpo, mettendo alla prova il
proprio equilibrio attraverso un’esperienza estetica di piacere, paura, stupore,
conoscenza. La camminata sul laghetto ghiacciato, per questa sua capacità di
coinvolgere l’individuo in ogni sua dimensione, rappresenta un’esperienza
intensa, una di quelle che fondano un legame speciale con la natura, più forte
di qualsiasi programma di educazione ambientale, più efficace di ore di informazioni
trasmesse mediante parole o immagini. Quando il bambino abbandona la riva per
mettere il piede sulla superficie ghiacciata, in un solo attimo mette in gioco
le sue abilità fisiche, motorie e di coordinamento; contemporaneamente deve fare i
conti con alcuni aspetti emotivi (il desiderio, il fascino, il timore...) e
sociali (“facciamolo insieme”, “dammi la mano”...); i sensi sono amplificati
(che rumore fa il ghiaccio sotto i piedi, di che colore è? Quante cose
catturano la vista, l’udito, il tatto); tutto diventa oggetto di investigazione e
conoscenza (nelle conversazioni in seguito a questa esperienza siamo arrivati a chiamare in causa perfino la spinta di Archimede).
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